B2O non è soltanto la sala cotta dove nasce la birra, o la cucina da cui escono i piatti con cui accompagnarla: è anche un meticoloso lavoro di coordinamento e valorizzazione di tutte queste componenti, dalla corretta spillatura della birra al servizio impeccabile. Di tutto questo si occupa il direttore della tap room, il giovane Elia Pevarin: e il lavoro di questo ventiseienne, spiegato dalla sua viva voce, aiuta a comprendere che cosa significhi “vivere la Brussa in B2O”.
Elia, partiamo dal principio: da che esperienza arrivi?
In realtà arrivo dal mondo del vino, ho il diploma di sommelier. Ho conosciuto il mastro birraio Gianluca e Giuseppe, un altro dei soci di B2O, appunto ad un evento legato al vino: da lì mi sono incuriosito alla realtà del birrificio, mi sono documentato, ho studiato un po’ da autodidatta aiutandomi con la mia esperienza di sommelier, e circa un anno fa sono arrivato in Brussa. Naturalmente la formazione “sul campo” è stata fondamentale, e continua sempre.
Qual è esattamente il tuo lavoro?
In qualità di direttore della tap room, coordino tutto ciò che sta tra la sala cotta e il servizio al tavolo: devo quindi fare da punto di riferimento e di raccordo per chi produce la birra, per chi la serve, e per chi sta in cucina. Fondamentale è che io lo faccia da un punto di vista diverso da quello del semplice operaio, ma da quello di chi deve presentare e portare in alto il nome di B2O nel suo insieme. Così faccio formazione in quanto a degustazione e servizio per i camerieri, consiglio clienti e personale della cucina per quanto riguarda le ricette e gli abbinamenti tra cibo e birra, illustro le caratteristiche delle birre agli avventori, e porto la loro voce all’azienda.
Qual è il messaggio più importante che vorresti far passare ai clienti?
Far sapere alla gente che questo è un posto dove fermarsi per capire che cosa abbiamo nel bicchiere, aiutati da tutti noi che lavoriamo qui. E’ bello vedere la reazione delle persone quando riescono a fare questa esperienza. Perché è appunto un’esperienza quella che noi proponiamo, non semplicemente un prodotto: venire qui, godere con consapevolezza del posto, della pace, del buon cibo, e della buona birra.
Parlavi prima anche di personale di sala e di cucina: come vedi il lavoro della squadra che coordini?
Siamo una squadra giovane che indubbiamente ha bisogno di crescere: e lo stiamo facendo bene, specializzandoci sempre più, per andare oltre il semplice spillare una birra o il semplice portare un piatto in tavola. Di nuovo: stiamo proponendo un’esperienza, non una semplice bevuta. E voglio che tutti riescano a trasmetterlo.